Comunicati stampa

I giovani e la reputazione web: poca attenzione e carenza di informazioni

Il presidente del Comitato comunicazioni Roland Turk mette in guardia dalla sottovalutazione dei danni all'immagine che i giovani utenti di internet rischiano se non si curano della propria reputazione in rete.

Secondo una ricerca condotta in Lombardia, su incarico del locale Corecom, da Demoskopea (che ha intervistato  700 persone tra il 16 e il 23 maggio dell'anno scorso), 3 su 4 tra gli utenti di internet tra i 15 e i 24 anni non sanno quale sia il significato del concetto "web reputation", e sono all'oscuro della conseguenze sulla reputazione che può avere la pubblicazione di note e immagini personali o intime. Lo segnala il presidente del Comitato provinciale Comunicazioni Roland Turk, che sottolinea come nei social network come facebook informazioni sulla propria persona, opinioni espresse, foto, video, dettagli sulle amicizie vadano a formare un'immagine complessiva della persona che, a seconda del tipo di autopresentazione, può anche avere effetti negativi: apparire come persona poco seria può infatti danneggiare la reputazione e la carriera.

La web reputation, spiega Turk, nasce da tutte le tracce che si lasciano inserendo interventi e dati in internet. Che vi debbano fare attenzione in particolare i giovani deriva dal fatto che questi procedono con meno cautela rispetto agli adulti: spesso esprimono in internet le loro opinioni spontaneamente, trasmettendo informazioni sulla loro vita e le loro abitudini. E se, per esempio, un potenziale datore di lavoro apprende da questi dati informazioni negative sul carattere del ragazzo o della ragazza, questo potrebbe limitare le sue prospettive lavorative. Nonostante ciò, secondo la ricerca lombarda i giovani internauti non si preoccupano eccessivamente della loro immagine sul web: solo 6 su 10 ritengono che si debba prestare attenzione all'immagine presentata in internet, evitando espressioni compromettenti e gestendo l'opzione "privacy" in modo da selezionare chi può accedere ai dati inseriti. E, secondo il Comitato provinciale comunicazioni, i dati dello studio si potrebbero estendere a tutte le regioni del nord Italia.

Più che la propria immagine, quello che preoccupa i giovani navigatori é il cosiddetto "web mobbing", ovvero  i casi di mobbing nei social network che portano alla disperazione molte delle vittime, le quali sentono di non potersi difendere da commenti discriminatori e offensivi. Dall'indagine emerge che i ragazzi temono di diventare vittime di cyber-mobbing: solo la paura di incappare in sconosciuti poco raccomandabili, infatti, precede quella di essere mobbizzati in maniera pesante. Anche il gestore di facebook sembra ora essere consapevole che é necessario mettere un freno al web mobbing: Laura Bononcini, responsabile della Public Policy di facebook, durante la presentazione dello studio a Milano ha promesso che in futuro facebook obbligherà chi pubblica testi osceni a rivelare la sua identità, una misura che tornerà utile anche agli utenti facebook dell'Alto Adige.

MC

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