Comunicati stampa

Più influenza dei partiti sulla RAI Südtirol con la creazione di un Consiglio di vigilanza?

Presa di posizione sulla proposta dei Freiheitlichen di istituire un Consiglio di vigilanza per l’emittente.

Roland Turk, presidente del Comitato provinciale comunicazioni, interviene in merito alla proposta dei Freiheitlichen di istituire un Consiglio di vigilanza per la RAI Südtirol:

I Freiheitlichen hanno proposto l’istituzione di un Consiglio di vigilanza secondo l’esempio tedesco, ma il sistema radiotelevisivo locale è solo parzialmente paragonabile a quello tedesco.

Da noi c’è già qualcuno che sorveglia sul sistema radiotelevisivo, ovvero il Comitato provinciale per le comunicazioni, prima denominato Comitato radiotelevisivo. Con esso, la provincia di Bolzano già dispone di un efficace organo di regolamentazione e sorveglianza del sistema radiotelevisivo: il nostro Comitato ha addirittura maggiori competenze, in quanto sorveglia anche sull’emittenza privata.

Ha quindi senso creare in provincia di Bolzano un Consiglio di vigilanza con dozzine di componenti e un apparato amministrativo altrettanto ampio? Io penso di no, perché un tale Consiglio, nel quale sarebbero rappresentati soprattutto i partiti politici, ma nel quale dovrebbero trovare posto giustamente anche tutte le associazioni rilevanti nella nostra società, sarebbe un apparato pesante, che potrebbe dare, se mai istituito, solo un indirizzo di base all’emittenza di diritto pubblico, ma non certo influire sulle decisioni quotidiane della redazione sui servizi da mettere in onda. Ma proprio queste ultime sono le decisioni che la parte politica non disdegnerebbe di influenzare.

Un Consiglio di vigilanza gonfiato (nel piccolo Saarland ha, per esempio, 40 componenti) costerebbe ai contribuenti locali 50.000 € al mese solo di indennità: basti pensare che i singoli componenti dell’emittente tedesca WDR ricevono tra i 1.000 e i 3.000 € al mese di indennità. Un impegno che sarebbe opportuno solo se un Consiglio di vigilanza garantisse un effettivo miglioramento della possibilità di codecisione pubblica presso la RAI: sono però convinto che non sarebbe questo il caso.

È vero che in Germania i Consigli hanno anche la competenza sulla scelta o la revoca degli Intendant (direttori di sede), cosa che rappresenta la loro maggiore possibilità di intervento, ma non esiste una posizione analoga nell’ambito della RAI: di fatto, il sistema radiotelevisivo tedesco non é paragonabile con quello locale.

Tutte le opportunità di codecisione sono attribuite qui da noi, e in maniera più snella e agevole, al Comitato per le Comunicazioni. Esso si compone di presidente e vicepresidente (nominati dalla Giunta) e di 4 componenti eletti dal Consiglio provinciale, di cui uno determinato dalla minoranza politica. In questo modo é garantita una rappresentanza politica ed etnica equilibrata.

Le competenze del Comitato comunicazioni nell’ambito della regolazione e sorveglianza sui media radiotelevisivi dovrebbero essere ora addirittura ampliate. Secondo una proposta dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, infatti, i Comitati comunicazioni di tutte le Regioni – e quindi anche della Provincia di Bolzano – saranno chiamati a monitorare le trasmissioni locali della RAI sulla base di questi criteri: pluralismo politico, pluralità socio-culturale, tutela dei minori e della dignità delle persone. Se questa proposta diventerà realtà, i controlli saranno quasi troppi.  

MC

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